domenica 9 febbraio 2020

Sei a casa, Turner


Risponde la segreteria telefonica di Liz. Al momento non posso rispondere-

-al momento non posso rispondere perché sono morta.

- al momento non posso rispondere perché Tobey Turner ha lasciato che mi gettassero giù da un edificio di cinque piani.

- al momento non posso rispondere perché TOBEY TURNER MI HA UCCISO.

L'Oblio. Il mondo di Baal Zephron oltre la Soglia è una specie di Sottosopra come quella vecchia serie tv che davano su Netflix una decina d'anni fa. E' tutto ricoperto d'inchiostro, nero come la pece; un mondo usurato, consumato, come la carcassa bruciata viva di un uomo.

Spingo lo zippo verso la testa del criminale che Redback ha intrappolato nella sua ragnatela. Le fiamme attecchiscono benissimo sul passamontagna del tizio. Sento l'odore di carne bruciata.

Quell'odore ti si infila nelle narici. Come quando, da piccolo, andai allo zoo. Visitammo la gabbia delle scimmie. Eravamo io, papà e Louie Cimmino. Quella puzza di merda di scimmia. Sembrò appiccicarsi alle narici come se fosse stata tangibile e viscosa, ed una volta fuori pensai che non se ne sarebbe andata più via.

Come l'odore di quell'uomo. Non se n'è ancora andato.

La casa dell'uomo bruciato. La casa di Baal.

- Non guardarmi con quella faccia, ragazzino. Lo faccio per il tuo bene, per il tuo bene, capisci?

Mia madre mi colpisce ripetutamente alla testa con pugni da maniscalco, colpisce talmente forte da spaccarmi il naso in due.

- Non guardarmi con quella faccia, come se ti stessi facendo un'operazione a cuore aperto senza anestesia. Questo ti serve, Tobias.

Un cranio, un teschio, con radi capelli rossi ed orbite vuote e nere. So che è lei, ne riconosco la voce e la puzza di tabacco. Agita sempre quella sigaretta come se si trattasse di incenso.

- Il ragazzino ragno è cresciuto. Hai imparato la lezione, ma l'hai imparata troppo tardi.

Baal Zephron ha la voce come il suono di unghie che si trascinano su di una lavagna. Beh, è un demone. Coglione io che mi aspettavo qualcosa di diverso.

E mentre Heshang, il Monaco, lo colpisce agli artigli io salvo un bambino che fugge via urlando. 

- Sei nato sbagliato, Tobs. Hai il mio sangue. La mia maledizione. Tu... tu l'hai ereditata da me, questa cosa che hai dentro. Tu e tua madre... io non c'ero. Facevo e sapevo fare cose, e mi sentivo... vivo.

- Pensi che la mia vita vorrò passarla a marcire in una cazzo di officina, come hai fatto tu? A sposarmi la prima imbecille che mi capita tra le mani e metterla incinta, raccontando a me stesso di essere felice? Le idiote te le scopi, non le sposi. Sei un cadavere ambulante che cammina, papà. 
Cristo, mi fai pena.

Una lama mi penetra il costato. L'acciaio scava attraverso il tessuto termoisolato del mio costumino da supereroe fin dentro la carne, il sangue scivola via. Non riesco a respirare.

- Il ragazzino ragno è cresciuto, ma ha imparato la lezione troppo tardi.

E mentre ripenso alle mosse di Wrecker, di Grace Walker e Susan Neiman nella Danger Room dico a me stesso che non sarò mai così forte. E mi dico anche che Harper Coleman ha ragione. Ha dannatamente ragione.

- Stai dicendo queste cose a me perché in realtà quello che pensa di non meritare i poteri che si ritrova sei tu, Turner.

- Tu mi hai rovinato la vita.

- Non essere melodrammatico. Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per te. I sentimenti sono per i deboli. Io con te ho fatto un lavoro di scrematura, ti ho reso puro.

- Tu sei matta.

- Forse. Oppure sono solo in anticipo sul percorso.

Friggo la testa del guerriero di Baal Zephron e lui cade ai miei piedi. 

- T-Tobs..

Quei singhiozzi. Prima che ti buttassero giù. Sei davvero tu?

- Andrà tutto bene, Tobs. Io so... lo sapevo. 

- Come?

- Sono come te, Tobs. Leggo nelle menti delle persone, Tobs.

Vedo le anime dei civili di Philadelphia venire risucchiate da Baal Zephron, mentre l'entità infestante di Wildhunt lo combatte con la croce di Caelesti, ed Heshang non è da meno.

Il letto della stanza d'ospedale al Pyramid è confortevole. Sento la voce di Susan. E' sempre stata gentile con me. Anche se adesso ha la faccia da teschio.

- La guerra non finisce mai. Siamo assassini, Susan. Abbiamo le mani sporche di sangue. E' colpa nostra. Anche se l'abbiamo sconfitto. Siamo assassini.

Assassini.

La tela viaggia veloce verso il corpo di Liz che precipita verso l'asfalto, ma non lo è abbastanza. 

- Mutante del cazzo! Mostro! Mostro! MOSTRO!

Crazy Eight mi colpisce con una forza spropositata per un essere umano. 

- Pensavi di fottermi, mostro? Pensavi di fottermi e lavorare con me? Nessun mostro lavora per me. Nessuno, mi hai capito bene? 

E' notte. E' tardi, a casa di Crazy Eight. Spengo le luci. 

- Chi diavolo c'è?

- Un assassino. Sono venuto per te, Crazy Eight.

Mi getta contro i suoi cani. Li intrappolo entrambi con la ragnatela. Immobilizzo anche lui. Mi tolgo la maschera.

Maledico Baal e la sua infezione al sangue perché non riesco a vedere la paura nelle orbite del teschio che ho appena intrappolato.

- Ti ricordi di me, Crazy Eight?

- T-Turner... cosa... abbi pietà, ti prego...

- Hai avuto pietà di lei, Crazy Eight? Hai avuto pietà di lei, quando l'hai buttata giù? Lei non c'entrava niente.

Gli poggio una mano sulla guancia. La pelle comincia a crepitare di scariche elettriche. Finisco solo quando sento la carne sciogliersi sotto il palmo.

Assassini, Susan. Siamo tutti assassini, un litro di sangue in più, o meno, non fa differenza. Quando cominci, è difficile smettere.
E mentre mi guardo intorno, tra le pareti che colano inchiostro e la voce di Baal Zephron che mi rimbomba nelle orecchie capisco che Tobias Turner non ha mai lasciato l'Oblio.

E' a casa, ora.

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