domenica 19 gennaio 2020

Brace d'inverno


Nora. Mia madre. Ha i capelli rossi come-

ho letto una poesia, oggi a scuola.
Brace d'inverno, i capelli tuoi, dove il mio cuore brucia. Autore ignoto.

I capelli di mia madre sono rossi come una brace d'inverno. E' tutto ciò che ha di bello. Il resto della sua bellezza è appassito da un bel pezzo. Le curve della sua faccia sono tutte piegate verso il basso. Non la vedo mai sorridere.

E' un fiore appassito. Da giovane, deve essere stata bella. Ma adesso sembra un chewing gum masticato.

Non sorride mai, cazzo. Il gomito poggiato sul tavolo mentre stringe tra indice e medio una sigaretta. Il mozzicone si è fatto così lungo che sembra il cazzo di uno gnomo. Cicca sul pavimento.

- Vuoi dirmi che è successo, Tobs?

Riesco a malapena a chiudere il pugno destro. Le nocche sono gonfie, violacee. Il sangue si è ormai rappreso. Ho lo sguardo basso.

- Porca puttana, ragazzino! Vuoi dirmi -stavolta- cosa cazzo è successo in quella testa marcia che ti ritrovi? Ti sei beccato due settimane di sospensione, Tobs...

Non contenta, riporta la sigaretta alle labbra e nel frattempo beve birra direttamente dalla bottiglia. 
Di quelle che si trovano al discount. Piscio di capra.

- Avevano accerchiato quel ragazzino. Gli avevano rubato le scarpe.
- Quale ragazzino?
- Non lo so. Uno del primo anno. Gli stavano dando addosso, l'avevano lasciato senza scarpe-

Nora esplode in una fragorosa risata.

- Aspetta. Aspetta un attimo. Tu, che hai già collezionato due sospensioni, perché ti diverti come il maiale che sei ad infilare la testa degli altri ragazzi nei cessi della scuola... cosa, cosa vorresti dirmi, Tobs, che adesso ne hai difeso uno?

- Sì.
- Dimmi perché. Dimmi perché avresti difeso un ragazzino del primo anno perché altri due della tua stessa risma lo stavano aggredendo.

Noto come la mia mano destra si serri a pugno. Deglutisco a vuoto. Il naso mi fa ancora male, ho l'occhio destro completamente chiuso e violaceo.

- Un mutante. Si è trasformato, tipo. Due ali. Come quelle di un angelo. Gli stavano tirando le... penne, le stavano dando fuoco.

Nora non la smette di ridere.

- Cosa ci trovi di così divertente, cazzo?! Per la prima volta in vita mia che difendo qualcuno, che faccio qualcosa di buono, tu devi ridermi in faccia?
- NON OSARE ALZARE LA VOCE CON ME, RAGAZZINO! HAI CAPITO?!

Nora scatta come un gatto, così veloce che neanche me ne accorgo. Mi lascia una cinquina sulla guancia. Non replico, mi limito a mordermi la lingua. 

- Pensi di essere un difensore d'innocenti, adesso? Io lo so che cosa sei tu, per davvero. Un parassita. Credi che non l'abbia trovata quella busta di marijuana nascosta sotto il materasso?

Mi agita in faccia la sigaretta. Il puzzo è insostenibile.

-  Pensi di essere una specie di eroe? Te lo dico io cosa sei. Tu non sei niente. Uno spreco di spazio. Un criminale. Un buono a nulla. Non hai buon senso. Perciò, ficcati in quella testa marcia che ti ritrovi, Tobs, che non combinerai mai nulla di buono nella tua inutile vita.

Nora sgrana così tanto gli occhi che per un istante penso che stiano per schizzare fuori dalle orbite.

- Tu mi hai rovinato la vita! Io non ti ho mai voluto!

Il silenzio che cade nella stanza è pesante come un mattone. Ma stranamente, non sento alcun dolore. Forse imbarazzo, per lei.
Si copre la bocca con entrambe le mani.

- Tobs. Tobs, io...

Mi alzo dalla sedia.
Cerca di poggiarmi una mano sulla spalla, ma la ritrae istantaneamente, come se si fosse beccata una piccola scossa.

Dito medio.
Rullo di tamburi.
Sipario.

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